Credem, le opportunità dell’emissione di cambiali finanziarie
Alessandro Stangalini, responsabile della Tesoreria del gruppo Credem, illustra i vantaggi del nuovo programma di commercial paper
“Con il decreto Rilancio del 2020 si è aperta una nuova strada per le banche italiane che hanno guadagnato la possibilità di emettere cambiali finanziarie e quindi strumenti di liquidità di breve. Prima era uno strumento riservato alle imprese, ma negli ultimi mesi, con il venir meno della politica monetaria ultra-espansiva della Bce e della liquidità immessa sul mercato dalla banca centrale, questa nuova opportunità ha attratto sempre più istituti di credito e ha anche attirato l’attenzione del Credem”.
Alessandro Stangalini, responsabile della Tesoreria del gruppo Credem, inserisce così nel contesto generale la recente decisione della banca di emettere circa 200 milioni di euro di cambiali finanziarie di diritto italiano nel contesto di un programma di emissione ad hoc da un miliardo di euro varato lo scorso settembre.
Perché Credem ha deciso di adottare e implementare un programma di emissione di cambiali finanziarie?
“Nell’attuale contesto di normalizzazione della politica monetaria abbiamo colto i vantaggi di questo strumento rinnovato dalla recente normativa per il mercato italiano. La decisione si inserisce nella volontà del gruppo di differenziare le strategie di funding e integra questo nuovo canale di liquidità di breve periodo con tutti gli altri strumenti di approvvigionamento dell’istituto. Si tratta di una alternativa importante e supplementare a quella dei depositi interbancari, permette quindi una gestione della tesoreria più completa”.
Quasi sono i vantaggi più importanti dell’operazione?
“Avere un ulteriore canale di liquidità di breve, fino a 12 mesi, sarà una risorsa importante in questo contesto di minore liquidità in arrivo dalla BCE. Alcuni fattori hanno favorito l’operazione, come la qualifica delle nostre cambiali finanziarie sotto lo STEP LABEL, uno standard europeo che sta favorendo l’omogeneità del mercato continentale e rappresenta una garanzia per gli investitori nazionali e internazionali.
Abbiamo con piacere verificato l’interesse per questa emissione da parte degli investitori più comuni su questo mercato, ossia i gestori di fondi e i money fund manager; ma abbiamo anche scoperto un certo interesse da parte di investitori large corporate. A queste due platee si sono aggiunte anche le tesorerie bancarie che traggono vantaggio anche da questo strumento.
È stato fondamentale il supporto dei nostri dealer e di Euronext. Ci hanno messo in contatto anche con investitori internazionali ampliando la nostra rete di possibili interlocutori sul mercato per le nostre emissioni. Oltre alla Francia, mercato tradizionalmente forte per questo genere di emissioni, abbiamo scoperto con piacere un interesse in Spagna e in Portogallo.
Abbiamo anche tratto vantaggio dal venir meno della figura dello sponsor che ha alleggerito gli oneri di queste emissioni comunque rivolte a investitori qualificati.
Abbiamo poi verificato gradualmente la possibilità di utilizzare questo canale di funding con maggiore agilità integrando le prime scadenze prevalentemente a 3 mesi con altre anche a 7 e 8 mesi. Sicuramente integreremo questa nuova opportunità con il ventaglio di opzioni che la banca ha a disposizione per il proprio finanziamento. Con questi strumenti di breve possiamo ottimizzare la tesoreria con una diversificazione più ampia e granulare anche sul fronte delle scadenze”.
Le cambiali finanziarie sono ancora poco diffuse sul mercato italiano. Cosa sarebbe necessario per fare crescere questo mercato anche in Italia?
“Questo strumento ampiamente diffuso all’estero sperimenta oggi in Italia una nuova vita. Sono cambiate le regole e il contesto e adesso le cambiali finanziarie e gli strumenti di liquidità di breve sono nelle condizioni di svilupparsi in parallelo alla normalizzazione della politica monetaria.
È un’opportunità, ma probabilmente in questa fase è molto importante la comunicazione: informare la comunità finanziaria su questo percorso che può agevolare il passaggio alla nuova fase dei mercati finanziari.
Andranno coinvolte associazioni di categoria e attori del mercato monetario, bancario e finanziario che potrebbero giovarsi di questa nuova possibilità”.
E Credem? Quali saranno i suoi prossimi passi in questo contesto?
“Calibreremo questo strumento sulle nostre esigenze, abbiamo già un outstanding di circa 200 milioni di euro, ma non ci serve impiegare interamente la dotazione da un miliardo del programma.
Sarà importante invece integrare al meglio questo canale di finanziamento con tutte le altre nostre strategie di funding e di tesoreria, per trarne il massimo vantaggio.
Si tratta di un mercato di flusso e quindi dovremo alimentarlo con costanza e attenzione: è un approccio un po’ diverso da quello di altri strumenti.
In ogni caso coltiveremo la rete che abbiamo già iniziato a costruire e i contatti con investitori anche stranieri, come quelli spagnoli, che hanno mostrato interesse per questa operazione.
Coltiveremo i contatti con i dealer e le partnership.
Nel secondo semestre abbiamo già in mente un piano di incontri con operatori di mercato e intendiamo strutturare questo strumento innovativo che abbiamo appena applicato.
Il ricorso all’opportunità delle cambiali finanziarie, d’altronde, è un’altra conferma della gestione industriale attenta e professionale del Credem che ha sempre mantenuto viva l’attenzione sull’innovazione”.